Alghero è una città da non perdere e da assaporare in tutti i suoi aspetti. Sarda ma di origine catalana è situata nella zona nord-occidentale della regione Sardegna, detta anche la Riviera del corallo.
Il nuraghe Palmavera
Ci troviamo in quella porzione nord-occidentale dell’isola denominata Nurra ( l’etimo si richiama alla radice protosarda “Nur”, che significa “cumulo di sassi”) per la presenza, in passato, di una grande quantità di nuraghi, tipiche costruzioni dalla forma tronco-conica, la cui funzione è ancora oggi fonte di svariate diatribe tra gli archeologi. C’è chi li considera come veri e propri luoghi di culto o tombe monumentali; altri studiosi affermano che tali costruzioni esercitavano un ruolo difensivo e di controllo dell’intero territorio.
Una tappa quasi obbligata è la visita del ben noto Nuraghe Palmavera (Complesso nuragico di Palmavera su Wikipedia), formato da una torre centrale più antica, con camera coperta a tholos e una seconda torre, aggiunta in seguito, assieme ad un ampio cortile interno che mette in comunicazione le due torri. Alla sinistra del nuraghe si trova la capanna delle Riunioni. Qui un sedile in pietra si estende per tutta la circonferenza della capanna, interrotta da un grande vascone di forma rettangolare e da un sedile di forma cilindrica, destinato al capo del villaggio. Al centro della capanna, su una struttura circolare, si erge un modellino di torre nuragica. Attorno al nuraghe si sviluppa un grande villaggio a capanne circolari e quadrangolari. L’intero sito è stato frequentato per un arco cronologico compreso tra il XIV e VIII secolo a.C..
Le spiagge delle Bombarde e del Lazzaretto, il Parco Naturale Regionale di Porto Conte e il nuraghe di Sant’Imbenia
Se desiderate apprezzare le bellezze naturalistiche della zona potete prendere la vostra auto e dirigervi nella vicina spiaggia denominata “Le Bombarde”, con sabbia finissima ed acqua cristallina. Non mancano attrattive anche per i più piccoli. Qui vicino si trova infatti il Parco Avventura “Le Ragnatele”, dove i bambini, a contatto diretto con la natura, si potranno cimentare in vari percorsi acrobatici costituiti da ponti tibetani, teleferiche, corde e scale, accompagnati da personale esperto. L’area è dotata anche di spazi dove poter pranzare ed organizzare favolose grigliate. Nelle immediate vicinanze si trova anche la bella spiaggia di “Lazzaretto”, incorniciata dalla maestosa torre, che chiude lo splendido scenario del luogo. Ci troviamo già nell’area del Parco Naturale Regionale di Porto Conte, istituito nel 1999.
Meritano una visita sia l’estesa spiaggia di “Mugoni”, nella quale potrete ammirare lo spettacolare promontorio di Capo Caccia, sia il Complesso Nuragico di Sant’Imbenia, posto all’incrocio tra Alghero-Capo Caccia e Alghero-Porto Ferro. Il sito si trova all’interno di una proprietà privata, quindi si raccomanda di prendere contatti con la direzione della Soprintendenza Archeologica di Sassari e Nuoro per stabilire tempi e modalità della visita. L’intero complesso è costituito da un nuraghe complesso, formato da una torre centrale e due minori ed un villaggio di capanne. I reperti archeologici recuperati hanno permesso di accertare la presenza di diffusi rapporti economico- commerciali con altre popolazioni quali Fenici e Greci. Il villaggio fu densamente popolato in un arco di tempo compreso tra il XV e V secolo a.C..
La baia di Porto Conte, le Grotte di Nettuno / l’Escala del Cabirol e la Grotta dei Ricami
Superato questo luogo ci si può dirigere verso la baia di Porto Conte. Porto naturale menzionato da Tolomeo come “Portus Nimpharum”, fu sede della celeberrima battaglia che segnò la definitiva occupazione catalana di Alghero. Nella prima fase (1353) il Capitano Cabrera sconfisse la flotta genovese; nella seconda Pietro III il Cerimonioso riuscì ad imporsi sul territorio algherese nonostante il patto stipulato con il giudice Mariano IV d’Arborea. Il porto è protetto dalle forti raffiche del maestrale, che spesso animano questa parte della Sardegna, grazie al Promontorio di Capo Caccia, al Monte Timidone e al Monte Doglia.
In questo territorio si trova anche “l’Arca di Noè”, costituita nel 1978 su un’area di 1200 ettari. E’ possibile osservare animali in via di estinzione quali il grifone, le berte, il falco pellegrino o vedere da vicino altri animali come i falchi imperiali, lepri, volpi e cinghiali. Si possono ammirare anche interessanti specie di arbusti ed erbe bulbose quali la Ginestra della Grecia e la Palma Nana, circondate da altre specie arbustive quali il lentisco, il cisto, l’olivo selvatico, il corbezzolo e il ginepro. Proseguendo per questa strada, sulla sinistra, appare la cala del Tramariglio, la quale presenta anche un piccolo porto turistico, una torre seicentesca e degli sparsi edifici residenziali estivi.
Si arriva ad una diramazione che, nella parte sinistra, permette di proseguire verso Cala Dragunara, frequentata per la presenza di un piccolo porto dove attraccano i barconi diretti verso la Grotta di Nettuno, nella parte destra, conduce al belvedere che consente di ammirare la splendida vista sull’Isola Foradada, attraversata da una grotta naturale. Le grotte più famose sono: la Grotta Verde, purtroppo non visitabile, collocata nell’area compresa tra Capo Caccia e Punta Giglio, presenta sul fondo un laghetto di acqua salmastra ed una lastra calcarea con graffiti preistorici. Sono stati ritrovati anche corredi funerari risalenti al Neolitico antico (6000-5000 a.C..). Vi sono altissime stalagmiti.
La più famosa è la Grotta di Nettuno menzionata da Tolomeo come “Caput Hermeum”. E’ possibile raggiungerla via mare (con motonavi che partono dal porto di Alghero) o percorrendo i 656 gradini della “Escala del Cabirol” = scala del capriolo. Sono ricche le concrezioni alte fino a 20 metri. Diffusi scogli e stalagmiti. Presente un lago alimentato dall’acqua del mare. Si percorre un sentiero ricco di concrezioni e si arriva ad ambienti denominati “Reggia”, dalla quale si intravede una candida spiaggia e “Tribuna della musica”, la parte terminale della grotta, dominata da un ampio terrazzo nel quale si può ammirare il meraviglioso e quasi surreale ambiente circostante.
La Grotta dei Ricami, accessibile solamente dal mare, presenta una grande quantità di concrezioni cristalline e cunicoli ostruiti dalle stesse, suggerendo così l’immagine di ricami che hanno dato nome alla grotta.
Il Lago di Baratz
Ripercorrendo la strada che vi ha condotto fino a Capo Caccia si giunge nuovamente al bivio di Sant’Imbenia e, con la vostra auto, è possibile proseguire prima in direzione della spiaggia di “Torre del Porticciolo”, ben attrezzata e servita e poi verso la spiaggia di “Porto Ferro”, circondata da tre torri costiere seicentesche: la torre negra, la torre bianca, la torre Bantine Sale. Nelle vicinanze di Porto Ferro, compreso tra le frazioni di Villa Assunta e Santa Maria La Palma, si trova il Lago di Baratz, unico lago naturale della Sardegna. Si ritiene che qui sorgesse l’antica città punica di “Nure”, oggi scomparsa. Secondo la leggenda il Lago di Baratz avrebbe inghiottito, nei suoi fondali, l’antica città di Baratz.
Poiché i suoi abitanti vivevano senza regole e nel lusso più sfrenato, il Signore decise di punirli risparmiando però una povera e pia donna. Un angelo apparve alla donna dicendole di preparare una cesta con pane, acqua e frutta e di scappare al più presto perché la città sarebbe stata distrutta. Solamente lei si sarebbe salvata, a patto che, durante la fuga, non si voltasse indietro a guardare la fine della sua città. La donna non mantenne la promessa fatta al Signore e si voltò a vedere il cataclisma, disobbedendo all’ordine. La donna fu pietrificata e condannata a restare sul fondo del lago, accanto alle rovine dei templi e delle mura della città.
Da un punto di vista scientifico è appurato che questa zona è stata oggetto, in passato, di fenomeni di bradisismo ed è probabile che ciò che restava di piccoli centri abitati si trovi al di sotto del lago. L’intera zona è caratterizzata dalla presenza di boschi di pini e macchia mediterranea nei quali nidificano la folaga ed il germano reale.
La Necropoli di Anghelu Ruju
La nostra visita alle bellezze della Riviera del Corallo si può concludere con la Necropoli di Anghelu Ruju, la quale si raggiunge percorrendo la SS 291 della Nurra ed imboccando la SP 42 dei Due Mari. La necropoli si compone di 36 ipogei denominati “domus de janas” (case delle fate), caratterizzati dalla presenza di vestiboli preceduti da dromos (corridoi). Sulle pareti dei muri, sui soffitti e sugli architravi degli ipogei sono visibili segni aventi una funzione magico -rituale e diverse rappresentazioni di protomi taurine. Il rituale funerario maggiormente diffuso è quello dell’inumazione. Accanto ai resti umani sono stati ritrovati vasellame di vario genere ed una nutrita presenza di armi.