Guida turistica di Catania: cosa visitare a Catania e dintorni

Catania, la seconda città della Sicilia per numero di abitanti, è ubicata nella costa orientale dell’isola, tra il mar Ionio e le pendici del vulcano Etna. Scopriamola insieme con la nostra guida turistica.

Ricchissima di storia, cultura e tradizioni millenarie, Catania è stata eletta dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, grazie alle ricchezze delle sue architetture barocche. La città fu terra di conquista di Greci, Romani, Ostrogoti, Bizantini, Musulmani, Francesi e Spagnoli. Secondo quanto riporta lo storico greco Tucidide, Katane sarebbe stata fondata da coloni calcidesi nel 729 a.C.

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Le bellezze della città
Catania possiede molti luoghi da visitare. Tappa obbligata per conoscere da vicino il calore della città e dei suoi abitanti è la Piazza del Duomo, dove troviamo la Fontana dell’Elefante, realizzata dal Vaccarini, con l’elefante lavico di età romana denominato “Liotru”, identificato con il mago Eliodoro o Diodoro, il quale utilizzava l’elefante per spostarsi da Catania a Costantinopoli.

Sulla schiena dell’animale si trova un obelisco, alto 3,61 metri, recante un globo, con corona di foglia di palma e ramo di gigli, una croce, simboli chiaramente connessi al culto di Sant’Agata. Il monumento rappresenta un illustre esempio di fusione tra elementi pagani e cristiani.

Il Duomo fu fatto erigere per volere del conte Ruggiero tra 1078 e 1093. Dopo il terremoto del 1693 fu riedificato dal Palazzotto. La pianta è a croce latina, suddivisa in tre navate.

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Degna di nota la splendida cappella di Sant’Agata, nella cui cripta sono custodite le reliquie della Santa patrona. L’intero edificio è apprezzabile per la commistione di variegati elementi architettonici normanni, aragonesi, barocchi e neoclassici.

Il Palazzo Municipale, detto “degli elefanti”, in quanto ubicato davanti alla fontana dell’elefante, presenta una forma quadrangolare e possiede, nel cortile interno, due carrozze utilizzate durante i festeggiamenti di Sant’Agata.

La Fontana dell’Amenano, opera di Tito Angelini, presenta una grande vasca a forma di conchiglia con statua del Dio Amenano con cornucopia che versa acqua nella vasca con tritoni.

Splendide le chiese dedicate a Sant’Agata, testimonianze della fervida devozione dell’intera collettività per la propria patrona. Ricordiamo la Chiesa di San’Agata al Carcere, con unica navata, presenta, all’interno di una teca, due lastroni recanti due impronte di piccoli piedi, che la tradizione attribuisce alla Santa, impresse nel momento in cui varcò il luogo del martirio. E’ visibile anche la cella, luogo di prigionia di Agata.

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Poi vi sono la Chiesa di Sant’Agata alla Fornace, dove si trova la fornace in cui la Santa fu condotta per l’ultimo supplizio e la Chiesa di Sant’Agata la Vetere, la prima chiesa eretta in onore di Agata, sul luogo in cui sorgeva una basilica paleocristiana. Ad una navata, possiede bassorilievi che rappresentano il ciclo della vita della Santa.

Altro luogo da visitare è il Castello Ursino, fatto erigere da Federico II di Svevia, tra 1239 e 1250.
Di forma quadrata, presenta quattro torrioni angolari alti 30 metri e delle torri di forma semicilindrica in ogni lato (oggi ne restano solamente due).

L’ingresso è caratterizzato dalla presenza di un arco a sesto acuto la cui sommità è cinta da un’aquila che prende una lepre.

Il Castello è divenuto sede del Museo Comunale. Inaugurato nel 1934 restò chiuso per moltissimo tempo finché nel 1995 aprì un’ala del castello e, nel 1999, fu riaperto il primo piano del museo, dedicato alla sezione archeologica ellenistico- romana.

Meritano una visita anche:
La Casa – Museo di Giovanni Verga, dove lo scrittore visse la sua prima infanzia e morì nel 1922. Qui, al secondo piano, sede del vero e proprio museo verghiano, sono custoditi gli arredi e lo studio –biblioteca del Verga, contenente oltre duemila volumi.

Il Teatro Massimo Vincenzo Bellini, inaugurato nel 1890 con la Norma di Bellini. Al suo interno sono presenti quattro ordini di palchi ed uno splendido soffitto decorato dal Bellandi.

La Villa Bellini, con uno dei giardini botanici più ricchi di tutta l’Europa, risalente al 1700 ed intitolato a Vincenzo Bellini. Famoso il suo Viale degli Uomini Illustri, con busti dei personaggi più importanti del panorama storico del tempo.

Il piazzale presenta una grande vasca ove, un tempo, nuotavano splendidi cigni. Sulla collina vi è un grande orologio costituito da fiori. Ricchissima la varietà di piante tropicali.

Tradizioni religiose e culinarie di Catania
Lasciatevi ammaliare anche dalle tradizioni religiose, popolari e folkloristiche che la città di Catania saprà donarvi!

Il fulcro dei festeggiamenti in onore di Sant’Agata copre un arco temporale che va dal 3 al 6 Febbraio.

In questo periodo la città si anima grazie a processioni e messe celebrate in onore della Santa, il cui simulacro è rivestito di un camice votivo di tela bianca cinto in vita da un cordoncino. Splendida la processione delle Candelore, portate a spalla da otto uomini. Da non perdere gli spettacolari fuochi d’artificio!

Potete godere anche dell’ampia scelta di piatti che la cucina catanese potrà offrirvi dalla pasta alla Norma, alla pasta ‘ncaciata (con cavolfiori, acciughe, olive e formaggio), dalle sarde a beccafico all’insalata d’arance. Imperdibili gli ottimi cannoli di ricotta, la cassata siciliana, torroni e torroncini.

Ricordiamo che e’ possibile visitare la città con le nostre offerte di autonoleggio low cost a Catania.

La storia di Catania
L’insediamento originario di Catania sorse su una piccola altura (dove oggi si trovano la chiesa di San Nicolò e il convento dei Benedettini), ove, molto probabilmente, era situata l’Acropoli.

Il luogo era molto fertile e fu intensamente sfruttato dai primi abitanti di questa parte dell’isola. Della Catania greca resta ben poco, anche se, grazie alle fonti letterarie, sappiamo che fu luogo frequentato da illustri poeti magno -greci quali i lirici Stesicoro (morto proprio a Catania) ed Ibico.

Conquistata nel 476 a.C. dal tiranno Ierone di Siracusa, durante la guerra del Peloponneso, Catania appoggiò la città di Atene ma, a partire dal 403 a.C., cadde nuovamente nelle mani dei tiranni e vi restò fino alla fine del IV secolo a.C. .

La città fu conquistata dai Romani nel 263 a.C., durante le fasi della seconda guerra punica. Catania, nonostante venisse distrutta da un’eruzione nel 123 a.C., visse una fase di splendore sotto l’imperatore Augusto, quando diventò colonia romana (21 a.C.). Con la diffusione del Cristianesimo ebbero inizio anche le persecuzioni dei Cristiani, soprattutto sotto gli imperatori Decio e Diocleziano.

Nel 251 a.C. subì il martirio Sant’Agata, patrona della città, la cui iniziale è presente nello stemma della bandiera della stessa. Il primo Medioevo fu scandito dalla presenza di Vandali, Eruli, Ostrogoti, Bizantini. Nel IX secolo a.C. giunsero gli Arabi che arricchirono la città di magnifici palazzi e moschee.

L’Età medioevale siciliana è dominata dai Normanni guidati prima da Ruggiero I e Ruggiero II e, in seguito, da Guglielmo il Malo e Guglielmo il Buono. L’anno 1169 fu terribile per Catania, rasa al suolo da un devastante terremoto.

La città si risollevò grazie alla dinastia Sveva con Enrico VI e Federico II, promotore della Scuola poetica siciliana, dalla quale derivò il volgare siciliano, alla base della lingua italiana (prima dell’uso del volgare toscano, subentrato un secolo dopo).

Dopo un breve periodo di dominazione francese (la Sicilia fu affidata agli Angiò), con i Vespri Siciliani, l’isola entrò a far parte prima del regno aragonese e dopo di quello spagnolo. Catania fu retta da un viceré fino al 1516. Due eventi naturali colpirono la zona attorno a Catania.

L’eruzione dell’Etna nel 1669 e il terremoto del Val di Noto del 1693. Ma Catania rinacque dalle proprie ceneri, come recita l’iscrizione posta sulla Porta Ferdinandea (“Melior de cinere surgo” ovvero “Rinasco dalle ceneri più bella”.). A partire dal 1860 Catania entrò a far parte del Regno d’Italia.